Nel 2025, molti lavoratori si sono trovati a non ricevere più il bonus Renzi in busta paga, un fenomeno che potrebbe essere attribuito a diverse ragioni.
Lo chiamano Bonus Renzi, perché il primo a introdurlo fu l’allora presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico, oggi leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ma sarebbe oggi più giusto chiamarlo Bonus Irpef: qualsiasi sia il nome che decidete di dargli, questo piccolo sostegno ai lavoratori sta per compiere dieci anni, tra alti e bassi, e oggi qualcuno rischia di doverci rinunciare.

Questo è dovuto a molte ragioni, legate sia ai cambiamenti del meccanismo che regola il trattamento integrativo che alle variazioni delle condizioni retributive dei singoli dipendenti. Una delle principali cause di questa situazione sembra risiedere nella riforma fiscale che ha modificato le aliquote Irpef e gli scaglioni di reddito. Cerchiamo di fare chiarezza.
Come faccio a sapere se mi spetta il bonus Renzi
La nuova Irpef, introdotta nel 2024 e confermata nel 2025, ha previsto una riduzione delle aliquote da quattro a tre e un aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti, modificando così anche il trattamento integrativo. Questo intervento ha portato alla necessità di riformulare la curva delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali, con un impatto significativo sulla no tax area.

All’interno di queste modifiche strutturali dell’Irpef, non tutti sembrano poter più beneficiare di questo sostegno, specialmente quelli con un reddito che rientra in fasce intermedie. Il bonus Renzi, che fino al 31 dicembre 2021 veniva riconosciuto ai lavoratori con redditi fino a 40.000 euro, veniva erogato in due modalità. Che cosa avveniva?
I lavoratori con redditi fino a 28.000 euro ricevevano direttamente i 100 euro in busta paga, mentre chi guadagnava tra 28.000 e 40.000 euro otteneva una detrazione fiscale. Con la riforma del 2022, però, questa detrazione è stata eliminata, e il trattamento integrativo è stato ridotto a una fascia di reddito inferiore ai 28.000 euro, ma con nuove modalità.
Chi ha diritto al bonus Renzi nel 2025
Difatti, a partire dal 2022, solo i redditi fino a 15.000 euro continuano a ricevere i 100 euro direttamente sulla busta paga, mentre i lavoratori con redditi tra 15.000 e 28.000 euro devono soddisfare nuove condizioni. Nel caso di questi ultimi, il bonus viene erogato solo se la somma delle detrazioni per spese come quelle per familiari a carico, mutui o spese sanitarie supera l’imposta lorda.
In sostanza, già da qualche anno rischiava di perdere il diritto all’ex bonus Renzi chi non aveva spese deducibili importanti, come nel caso di chi non ha familiari a carico o non ha sostenuto spese per ristrutturazioni o mutui. Fino al 2023, il bonus veniva riconosciuto a condizione che l’imposta lorda fosse superiore alle detrazioni da lavoro dipendente, con una sottrazione di 75 euro.
Infine, con l’ultima Legge di Bilancio, il bonus di 100 euro continua a perdere il suo valore: il bonus viene riconosciuto a chi ha un reddito superiore a 8.174 euro, ma solo se l’imposta lorda non è inferiore alle detrazioni spettanti. Dunque chi rientra nelle fasce intermedie di reddito, continua a perdere quei piccoli benefici che ormai forse dava per assodati.